5 Dicembre 2023

Dallo spaziocidio al genocidio: Riflessioni sulla guerra a Gaza - di Sari Hanafi

Traduzione di Francesca Greco
Il saggio proposto dall'Autore sul conflitto israelo-palestinese in atto propone una lettura critica che tiene conto della prospettiva palestinese non solo dal punto di vista storico e politico, ma anche da quello emotivo e psicologico transgenerazionale di chi ne ha fatto esperienza diretta. Cresciuto in un campo profughi, il sociologo palestinese propone una lettura degli eventi che chiama in causa la responsabilità morale e sociale della guerra, sollecitando il lettore a considerare l’impossibilità, per chi è direttamente coinvolto nel frastuono bellico, di assumere una posizione super partes e la necessità, da parte del lettore, di cogliere la prospettiva dell’autore nel guardare alla concatenazione degli eventi.
Nel saggio si discute il fallimento degli Accordi di Oslo e la successiva intensificazione dell'oppressione israeliana con la conseguente erosione dei diritti palestinesi. Per comprendere il conflitto in atto a Gaza, l'autore introduce il concetto di "spaziocidio", descrivendo il progetto coloniale israeliano come una forma di sterminio attuato su uno specifico territorio con l’obiettivo di eliminare la popolazione palestinese.
Il testo traccia la traiettoria della violenza, evidenziando l'accelerazione dell'aggressione israeliana dopo il 2005, in violazione delle leggi internazionali e dei diritti umani con un ingente costo in termini di vittime da parte della popolazione palestinese. Le statistiche delle Nazioni Unite portate a dimostrazione di quanto asserito sottolineano l'impatto sproporzionato sulla popolazione palestinese, mettendo in discussione l'idea che questi possano essere superficialmente definiti “danni collaterali” del coflittto.
Nel saggio, quindi, si affronta il tema della responsabilità del mondo occidentale nel sostegno a Israele, proponendo una lettura del conflitto arabo-israeliano dominata da un laicismo islamofobico in contrapposizione ad Hamas, ed evidenziando il ruolo e la popolarità di Hamas come risposta all'assenza di soluzioni politiche e alla necessità di resistere al progetto coloniale israeliano. In questo senso, l'autore mette in discussione la narrazione occidentale e invita a un dialogo più bilanciato richiamando la comunità scientifica ed internazionale a cogliere una delle dure lezioni del 7 ottobre, che la mancanza di una soluzione alla causa palestinese, il finto senso di stabilità in Medio Oriente e il fallimento dell'immaginazione umanistica e civilizzatrice, hanno portato la regione sull'orlo di un abisso.

Sari Hanafi è un sociologo palestinese di fama internazionale il cui percorso accademico lo ha portato in Italia, Norvegia ed Egitto, dopo aver conseguito il dottorato presso l' École des hautes études en sciences sociales nel 1994 a Parigi in Francia. Attualmente è professore di sociologia, direttore del Centro di Studi Arabi e Mediorientali e presidente del Programma di Studi Islamici presso l'Università Americana di Beirut, in Libano. La sua carriera si caratterizza per la ricchezza dei riconosciementi per il suoi contributi scientifici e per i ruoli istituzionali che ha rivestito: è stato presidente dell'Associazione Internazionale di Sociologia e Vicepresidente del Consiglio Arabo per le Scienze Sociali. Nel 2019 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Universidad Nacional Mayor de San Marcos a Lima in Perù.È direttore editoriale di Idafat: the Arab Journal of Sociology e autore di numerosi articoli e libri, tra cui The Oxford Handbook of the Sociology of the Middle East (con A. Salvatore e K. Obuse) e Knowledge Production in the Arab World: The Impossible Promise (con R. Arvanitis). Il suo prossimo lavoro, intitolato "Ethics, religion and dialogical sociology", propone una riflessione sulla crescente religiosità in diversi contesti geografici, situandosi nell’intersezione tra sociologia politica e filosofia morale.

Sito e Bio dell'autore:
https://sites.aub.edu.lb/sarihanafi/aboutme/
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