Promozione di pratiche di resilienza agricola per la sicurezza alimentare in Guinea Bissau.
Il progetto "No tchon, no valur-La nostra terra, il nostro valore", finanziato da Canada Fund for Local Initiatives-CFLI , si prefigge di incrementare la resilienza alimentare della popolazione della regione di Cacheu, nel nord della Guinea Bissau rafforzando la catena di produzione agricola attraverso una formazione teorica e pratica su più livelli.
Tra i 20 Paesi più poveri al Mondo, in Guinea Bissau, quasi il 30% dei bambini sotto i 5 anni è in una condizione di malnutrizione. L’economia del Paese dipende principalmente da agricoltura e pesca, ma gli anacardi rimangono il bene più esportato. A causa della continua instabilità politica, sono peggiorate le condizioni sociali ed economiche, favorendo una diffusa disuguaglianza. Il 90% del terreno coltivabile è utilizzato per gli anacardi: i ricavi derivanti dall’export degli stessi rappresenta la maggiore fonte di introiti per lo Stato. L’abbandono di altre colture per incrementare gli export di anacardi, ha favorito la diffusione di povertà e malnutrizione per la popolazione che non beneficia di introiti. Infatti, se da un lato sono state abbandonate colture che avrebbero mitigato la diffusione della malnutrizione, dall’altro, la forza lavoro dell’intera popolazione è incentrata perlopiù su lavori stagionali legati alla raccolta di anacardi.
Per tali motivi, la produzione agricola locale di gruppi agricoltori, associazioni o di singoli lavoratori verrà rafforzata dalle attività progettuali che prevedono non solo la formazione di nozioni utili in tal senso, ma anche l’introduzione di tecniche innovative come l’utilizzo di materiali specifici, come ad esempio, i fertilizzanti naturali. Infatti, oltre a nozioni pratiche in termini agricoli, avranno una notevole importanza anche le skills utili agli step successivi alla produzione: skills legate ad esempio alle gestione pratica dell’attività e alla capacità di promozione del prodotto (tecniche di marketing).
Il numero di beneficiari diretti supera le 100 unità, comprendendo giovani uomini e donne tra i 18 e i 45 anni; oltre 500 saranno i beneficiari indiretti che, grazie a pubblicità e promozione delle attività e degli obiettivi del progetto, saranno coinvolti nelle comunità e prenderanno coscienza dell’importanza di diversificare la propria alimentazione, oltre a comprendere il potenziale delle risorse locali.
Nel lungo periodo, il progetto mira a rafforzare la capacità produttiva nell’agricoltura e nell’orticoltura, e a incrementare il potenziale livello di vendite di 4 associazioni agricole situate nelle aree di Bula e Canchungo, nella regione Cacheu. Il progetto risulta in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), avendo tra gli obiettivi quello di garantire forniture di acqua potabile sostenibile e migliorare l’accesso alla stessa per la popolazione.
ITac@ è un innovativo progetto di formazione e inserimento lavorativo per lo sviluppo delle competenze digitali e il miglioramento della condizione occupazionale di 210 donne, italiane e straniere e mira a contrastare il digital gender gap.
Il progetto, selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale, è un percorso di formazione e inserimento lavorativo totalmente gratuito e personalizzato su più livelli con l’obiettivo di migliorare la condizione occupazionale femminile, attraverso lo sviluppo delle competenze digitali e trasversali di donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni (con particolare attenzione alle categorie fragili delle migranti, delle donne escluse dal mercato del lavoro o a rischio di perderlo).
Secondo i dati Istat di marzo 2023, in Italia lavora una donna su due: il 51,6% contro il 70,1% degli uomini, nonostante la crescita del numero di occupati (+22mila) rispetto al mese precedente. Il dato è tra i peggiori d’Europa, se confrontato con la media Ue del 62,7% delle donne occupate.
Il Progetto ITac@ dà la possibilità a 210 donne, italiane e straniere di tutta Italia, di migliorare la propria condizione occupazionale ed eccellere nel mondo del lavoro perché affianca la formazione digitale al potenziamento delle soft skills necessarie al cambiamento.
Saranno 4 i livelli di formazione modulabili sulle proprie esigenze e adatti al proprio livello e 10 i tutor dedicati per l’attività di coaching, accompagnamento e inserimento lavorativo. I corsi, gratuiti e modulabili, sono di Formazione Base IT, inclusiva di un approfondimento su strumenti di produttività (Excel, Word e PowerPoint); Fondamenti di programmazione html, CSS, Java script per lo sviluppo e manutenzione di semplici applicazioni web; Formazione Low Code + No Code per la realizzazione di prodotti e servizi digitali senza il prerequisito di specifiche competenze di programmazione e coding; Formazione avanzata per lo sviluppo di applicazioni web più complesse con framework React.
Durante la formazione saranno inoltre attivati servizi di supporto, come coaching, tutoring continuativo, oltre all’attivazione di servizi di conciliazione studio/lavoro, baby parking e baby sitting (questi ultimi in particolare nelle province di Parma e Catania).
ITac@ nasce dalla collaborazione tra il mondo non profit di ISF, COPE e CIAC e quello profit rappresentato da Impactskills, Mygrants e Intesys, uniti dal comune obiettivo di massimizzare le competenze delle beneficiarie, rendendole più autonome e accompagnandole verso un upgrade della loro condizione.
Il progetto è stato selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale - nato da una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri) e, in via sperimentale per gli anni 2022-2026, stanzia un totale di circa 350 milioni di euro. L’obiettivo del fondo è accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese. Per attuare i programmi del Fondo - che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare) - a maggio 2022 è nato il Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata da Acri.
Per maggiori informazioni www.fondorepubblicadigitale.it
Per info sul progetto:
www.progettoitaca.eu
mail to: info@progettoitaca.eu
Nell’ambito del progetto AGREE-Agricoltura sostenibile come veicolo per promuovere la sicurezza alimentare, l'empowerment femminile e lo sviluppo socioeconomico, finanziato da AICSe con capofila Vides Italia, il COPE è inserito in qualità di partner del progetto insieme alle controparti locali di COPE Mazzarello Women Promotion Centre (MWC) e Salesian Sisters of S. John Bosco nell’area di intervento della Contea di Juba, zona di Gumbo (i villaggi coinvolti sono Nesitu, Mori, Mogiri, Bilinyang, Mafau, Jebel Lemon, Kodoro, Adodi, Shirkat e Gumbo).
Le attività gestite dal COPE mirano a risultati concreti che nell’arco dei 3 anni di progetto possano migliorare la situazione delle donne della contea impegnate in attività agricole di sussistenza e del sistema agricolo locale.
Tra i risultati maggiormente attesi vi è l’aumento delle capacità di generazione del reddito delle donne mediante investimenti sulla formazione tecnico professionale alla pratica di un’agricoltura sostenibile integrata da un modulo di formazione alla microfinanza, propedeutico alla costituzione di una rete di Village Community Bank (VICOBA) destinato esclusivamente a loro.
Già diffusa in molte regioni africane per finanziare piccole attività generatrici di reddito, le VICOBA si fondano sul modello di co-responsabilità comunitaria nella partecipazione e gestione del fondo rotativo che risulta efficace tra le agricoltrici perché possiedono una propensione alla collaborazione reciproca e inclinazione solidale e di mutuo soccorso, tratti fondamentali del microcredito.
Verranno coinvolte 575 agricoltrici organizzate nei 23 gruppi in un livello di formazione più generale; successivamente, 46 agricoltrici (quadri), due per ciascun gruppo, saranno scelte e formate per diventare le figure quadro delle VICOBA negli aspetti di gestione economico-finanziaria delle attività di gruppo. La formazione verrà erogata mediante un espatriato COPE formatore per matematica di base e funzionamento delle VICOBA.
Altro risultato importante riguarda la produzione alimentare diversificata ed ecologicamente sostenibile a livello locale, attraverso la realizzazione di un sistema di raccolta acqua ad uso agricolo e irrigazione a goccia. La realizzazione di serbatoi dell’acqua prelevata consentirà il suo accumulo in particolare per l’irrigazione integrativa che avrà il vantaggio di ridurre in maniera sostanziale il rischio di raccolti ridotti o distrutti a causa della siccità, visto che i campi della maggior parte delle comunità dipendono dalla pioggia che è stagionale migliorare l’irrigazione può essere un modo semplice per migliorare in modo significativo l’alimentazione e i redditi delle famiglie.
Più precisamente nei villaggi saranno realizzati 21 impianti di irrigazione a goccia .
La progettazione e la realizzazione degli impianti di raccolta e irrigazione sarà coordinata e supervisionata da un ingegnere esperto in infrastrutture idriche, espatriato COPE in tre anni di progetto.
Il progetto mira a contribuire all’Obiettivo dello Sviluppo Sostenibile numero 2 “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” e, in tale ambito, si concentra sui target 2.1, 2.3 e 2.4.
Avviato nel 2020, con il finanziamento del Word Food Program, il progetto si svolge nella regione di Gabu, in Guinea-Bissau,coinvolgendo ben 447 persone distribuite in 8 villaggi. L’obiettivo generale è l’aumento della resilienza delle comunità affette da inondazioni nella regione di Gabu, cercando di aumentare la produttività agricola in 8 villaggi e il miglioramento della dieta alimentare e della parità di genere. I risultati attesi da tale intervento riguardano l’aumento della resilienza dei villaggi coinvolti, un aumento generale della produzione agricola e l'informazione diffusa sull’importanza di una dieta diversificata. Le attività di progetto coinvolgeranno i beneficiari attraverso corsi di formazione sull’utilizzo delle tecniche agricole, per fare in modo di aumentare la produttività e la produzione di riso, alimento basilare della dieta della popolazione locale ma anche arachidi e mandioca.
Inoltre, apprenderanno le tecniche fondamentali per avviare la produzione di sementi orticole, trattando argomenti fondamentali come l’uso di pesticidi naturali, estremamente importante visto il grande utilizzo di pesticidi chimici tossici che vengono normalmente utilizzati. Prevista anche una formazione in contabilità per registrare le entrate e le uscite derivanti dalla loro attività agri-orticola, cosi da poter avviare una piccola attività di vendita di prodotti coltivati. Lo step successivo riguarda la formazione in tecniche di trasformazione e conservazione dei prodotti alimentari, particolarmente importante in quanto permette, da una parte di evitare sprechi alimentari dovuti all’impossibilità di conservare i prodotti alimentari, dall’altra permetterà la creazione di un’attività generatrice di rendita attraverso la vendita dei prodotti trasformati. Verranno trasformati tuberi, legumi e verdura. Anche lo scambio di esperienze con realtà simili, in modo da stimolare un dibattito, scambiarsi opinioni e storie e condividere il know how acquisito nell’ambito della produzione agri-orticola. Prevista inoltre la diffusione di programmi radiofonici attraverso le radio comunitarie sull’importanza del ruolo della donna nella comunità per diffondere annunci relativi all’importanza di gender empowerment e gender equality, stimolando il dibattito tra i vari membri delle comunità beneficiarie e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione nei villaggi sull’importanza del consumo dei prodotti locali oltre alla partecipazioni a eventi nazionali.
Avviato nel 2019, grazie ad un secondo finanziamento da parte di Misereor, il progetto mira al convilgimento di 130 beneficiari nella Diocesi di Bissau (Partner locale).
L’obiettivo generale è l’aumento della resilienza delle comunità rurali nella regione di Cacheu.
Gli obiettivi specifici sono due: l’aumento delle attività generatrici di reddito in 4 villaggi nella regione di Cacheu e il miglioramento degli aspetti sociali in tali villaggi.
Con tale progetto si intende migliorare le tecniche di commercializzazione dei prodotti; introdurre tecnologie innovative efficienti; migliorare le capacità nella gestione di attività avicole per 4 villaggi e 1 famiglia; migliorare i comportamenti legati alla nutrizione e aumentare la consapevolezza del ruolo primario della donna nella comunità.
Le attività previste sono molteplici e diversificate:
Riguardo l'aspetto prettamente di empowerment femminile, saranno organizzati dibattiti sul ruolo della donna in ogni comunità beneficiaria, ai quali parteciperanno anche gli uomini, garantendo cosi un processo partecipativo e stimolando il confronto tra le varie figure. Inoltre, un gruppo selezionato di donne di ogni associazione parteciperà a due eventi all’anno, per acquisire nuove nozioni e punti di vista sulla questione della parità di genere, empowerment femminile e diritti delle donne. Tutte le questioni legate alla parità di genere e diritti delle donne verranno trattati in dibattiti radio, essendo questo il media più utilizzato a livello nazionale.
Per conoscere il progetto e la Guinea Bissau, guarda il video:
Nel villaggio di Nambehe, Msindo, nel sud della Tanzania (distretto di Namtumbo nella regione di Ruvuma), ha sede la cooperativa tutta al femminile Mkomanile Craft, nata dalla collaborazione pluriennale del COPE con la parrocchia locale di Msalaba mkuu e le suore di St Joseph, a cui si sono aggiunte le partnership commerciali con il CRAS e la Sicily House di Dar es Salaam.
Mkomanile Craft è un progetto di sartoria sostenuto da finanziatori privati volto a sviluppare e sostenere la micro imprenditoria femminile nel villaggio di Nambehe, regione di Ruvuma, in modo da accrescerne l’indipendenza economica e sociale.
Il progetto, nato nel 2007 dopo un corso di cucito di durata triennale, si consolida a partire dal 2011 grazie ad alcune corsiste a cui è affidata la realizzazione di una serie di prodotti da vendere sul mercato italiano: l’esperimento funziona e in seguito il gruppo di artigiane si consolida con il nome di Mkomanile (in onore dell’unica donna guerriera tanzaniana della rivoluzione del Maji Maji contro i tedeschi nel 1906). I prodotti realizzati combinano i tradizionali tessuti africani con materiali di riciclo (camere d’aria, sacchi di plastica per riso e mais, tappi di bibite e carta di giornale) utilizzando metodi di produzione eco-compatibili. In tal modo, si riesce a sopperire alla scarsità di materiali sartoriali e si abbattono i costi d’acquisto di produzione rispettando tradizioni e ambiente.
L'obiettivo generale è la crescita delle donne tanzaniane attraverso l'imprenditorialità impegnate nella produzione e commercializzazione di prodotti artigianali, utilizzando materiali tessili di provenienza locale e metodi tradizionali di tessitura e stampa. Tutto ciò serve a dare potere economico a tutte le donne di questo villaggio, e dei villaggi vicini, attraverso il lavoro. Il programma mira inoltre a fornire un'istruzione per un maggior numero di donne. Il programma si concentra sulla preparazione di un'istruzione diversa (consigli di vita per le donne al fine di aumentare la loro consapevolezza e fiducia, per renderle libere di allontanarsi dall'essere dipendenti dagli uomini, e scegliere i loro stili di vita, e per farle sapere che possono apportare cambiamenti e portare sviluppo nella società come hanno fatto gli uomini). Ngli ultimi anni ci si è concentrati sul raggiungimento di alcuni risultati tra i quali l'aumento del numero di collaborazioni, il miglioramento della visibilità della cooperativa a livello nazionale e internazionale, il miglioramento delle capacità imprenditoriali delle artigiane.Tra le attività realizzate e in corso di realizzazione abbiamo:
I beneficiari diretti di questo progetto (coloro che sono coinvolti nelle attività) sono le 19 artigiane del Mkomanile Craft che stanno lavorando al progetto, e le loro famiglie.